(1971) Roberto Tobias è un batterista in un complesso rock. È pedinato da alcuni giorni da un misterioso individuo, nascosto in un impermeabile scuro. Una sera, finite le prove con la band decide di affrontare direttamente il proprio persecutore: accortosi nuovamente della sua presenza, lo segue fino all'interno di un teatro e lo uccide accidentalmente, utilizzando in modo maldestro lo stesso pugnale dello sconosciuto. L'omicidio viene fotografato da una persona che, con il volto nascosto da una maschera carnevalesca dalle sembianze infantili, si trovava già sul loggione del teatro e da quel momento comincia a perseguitarlo; essa si introduce di nascosto in casa sua, gli invia fotografie del delitto ... continua a leggere...avvenuto e oggetti personali dell'individuo deceduto in teatro tra cui la sua carta d'identità dalla quale si evince che quest'ultimo si chiamava Carlo Marosi. Inizialmente Roberto non fa parola della cosa né agli amici più stretti, né alla moglie Nina, che si accorge però del suo nervosismo. Le minacce continuano: Roberto, in piena notte, viene aggredito dal proprio persecutore. Solo a questo punto mette al corrente la moglie di quanto gli è appena accaduto e dell'omicidio di cui è stato protagonista. In un secondo tempo Roberto si rivolge ad un suo amico eccentrico che vive in una baracca, Diomede, soprannominato Dio, che gli consiglia di rivolgersi ad un investigatore privato economico ma affidabile, Gianni Arrosio.
Nel frattempo, la domestica di Roberto, venuta a conoscenza dell'identità del persecutore e messasi in contatto con quest'ultimo per ricattarlo, viene uccisa nel parco dove aveva fissato l'appuntamento. Si scopre, frattanto, che Carlo Marosi - l'uomo che pedinava originariamente Roberto - in realtà non è morto, che il pugnale con cui è stato colpito era del tipo usato nelle finzioni cinematografiche: egli ha accettato di collaborare con l'assassino per mettere in scena la propria falsa morte. Dopo l’omicidio della domestica però decide di rompere ogni accordo con e quando lo comunica al persecutore di Roberto finisce a sua volta ucciso, colpito al volto e strozzato con un filo di ferro.
Roberto è da tempo afflitto da un incubo ricorrente: la decapitazione di un individuo (di cui ignora l'identità) da parte di un boia armato di scimitarra, in una affollata piazza dell'Arabia Saudita. Impaurito, egli tuttavia non cede alle insistenze della moglie che lo sollecita ad allontanarsi da casa con lei, e lasciatala libera di partire, rimane solo con Dalia, cugina della consorte, con cui allaccia una relazione clandestina...